domenica 7 febbraio 2016

Free Running

Transacqua (TN)
22 Gennaio 2016


Free Running
Dall'alpinismo al free climbing, 
 e dal trail running al free running!

Sono incredibilmente fortunato ad aver vissuto ed attraversato gli anni '80 all'interno del 'movimento' alpinistico dolomitico. Un ambiente che riceveva influenze americane ed influenze del 'nuovo mattino' piemontese, in un effervescenza di idee e visioni sul futuro dell'arrampicata. Fortunato poi, che la mia partner nella vita sia stata anche la mia partner nell'allora arrampicata classica, poi sportiva, e che sfociò nel free climbing. Dico questo perché molte delle avventure più belle che ho ideato e realizzato (insieme a lei) e quanto intravedo nel futuro del nostro nuovo sport, il trail running, ricalcano gli eventi già vissuti nel mondo alpinistico degli anni '80. 

Ma andiamo con ordine.
Né io, né mia moglie siamo competitivi. Ci manca il sale dell'agonismo. Questo ci porta ad evitare di scegliere di fare troppe gare. Gare che andrebbero a scapito di itinerari 'personali' più o meno difficili, belli, conosciuti o sconosciuti, ma 'nostri'. Non abbiamo la necessità di confrontarci tra di noi e men che meno con altri. Questo succedeva con le centinaia di vie d'arrampicata percorse nelle Alpi, e succede con gli itinerari di trail running oggi.
La focalizzazione e la decisione va su percorsi ogni volta, possibilmente, nuovi (dove nuovi si intende anche in stagioni diverse, in versanti diversi, in concatenamenti veloci, etc..... guarda caso, tutte parole che provengono dall'alpinismo). Per nuovo potrebbe essere anche solo la prospettiva emotiva, le motivazioni, molle queste che .... a volte ci portano a dimenticare di essere iscritti quel giorno ad una gara e/o rinunciarvi per seguire l'idea nuova, la fiamma del momento, l'emozione di volerci sorprendere (la sorpresa, ricordo, è qualcosa che sta dentro di noi e non fuori di noi!).

Detto questo: per me la corsa gira intorno a questo. 
Gira intorno al senso di esplorazione; essa è un mezzo e non un fine; una via per essere qui ed ora; non un focus sulla distanza o sul tempo ma una sfida ai miei limiti.  

'Lavorare' sulla corsa per me è questo: libertà. 

Scrivere di corsa pure: è illustrare luoghi, parlare di emozioni, proporre 'sfide'/idee/visioni. La corsa non è che un gesto atletico che mi permette di intensificare le mie emozioni.

Correre è anche non seguire le tracce di altri, non seguire programmi, non seguire calendari .... Correre è anche sfidare il tempo, ma il tempo relativo, il tuo tempo e quindi vivere senza tempi limite, senza aspettative di altri, senza obiettivi esterni. 
Solo correre quando vuoi, camminare quando devi, rilassarti su di una vetta e fare delle foto se ti va.

All'estero questo lo stanno chiamando AlpinRunning, Free Running, Fast&Light e molti personaggi noti ne sono gli attuali interpreti e messaggeri, vedi Killian con il suo Summits of may life, i record di De Gasperi (Ortles e Monte Bianco), la grande corsa di Scott sull'Appalachian Trail. Di nuovo il record del Dega sull'Ortes e sul Monte Bianco con passaggi in arrampicata e zig-zag tra i crepacci, la rievocazione della Cervinia-Breithorn con 5 coppie di campioni che salgono con le scarpe da trail la cresta finale. La magnifica gara ISF world series organizzata in Norvegia da Kilian ed Emilie con guadi alla vita e percorsi in cresta mozzafiato o la 2900D in Andorra. Queste ultime, due gare che esaltano la competizione con le proprie capacità individuali, i propri limiti, più che la competizione vera di gruppo.

Fra me e me penso: “Dai che finalmente la corsa in natura si sta evolvendo, dai che finalmente qualche atleta sta riuscendo ad emulare e superare le storiche imprese di  Brunod e Meraldi”.

Quello che ho visto nel passaggio dall'arrampicata classica e sportiva, all'affermarsi del free climbing (divenuto gesto puro, libertà da costrizioni materiali e psicologiche) credo stia avvenendo anche nella corsa in montagna. Si assiste a grandi campioni che abbandonano le gare restando sulla cresta dell'onda per esperienze di corsa personali, inventate, posizionate sui loro limiti. Questo piace molto anche a me! 
Questo è il mio modo di intendere la Corsa in Montagna.

Per finire: l'introduzione di una scala delle difficoltà tecniche (pensata ed usata da Killian) per le gare di Sky Running è un segno che si va in questa direzione: il trail/sky running si sta allontanando dalla mera competizione sportiva [*] (... anche Marino Giacometti sta lavorando su questo ...)

Io sono stato e sono ancora un free climbing ed oggi mi sento un portabandiera del Free Running...
...e tu, hai mai provato a fare del free Running? Se veramente ami correre te ne drogherai! 



[*]
LO SCHEMA 'KILLIAN'
Lunghezza:
~ Short Gare di durata non sopra l'ora, dove lo sforzo è essenzialmente anaerobico e latta ido;
~ Medium Gare di durata compresa da 1 a 4 ore, dove lo sforzo è un mix tara anaerobico e aerobico;
~ Long Gare di durata compresa da 4 a 16 ore, dove posso sforzo è esclusivamente aerobico;
~ Ultra Long Gare di durata superiore alle 16 ore, dove allo sforzo, esclusivamente aerobico, dobbiamo aggiungere la privazione del sonno.

Difficoltà:
~ I. Sentieri facili dove non è previsto l'uso delle mani;
~ II. Sentieri facili con alcuni tratti rocciosi, dove è necessaria una minima conoscenza della montagna;
~ III. Sentieri con alcuni tratti sconnessi su terreni impervi (rocce, neve) dove è necessario l'utilizzo delle mani e dove l'esposizione comincia a diventare pericolosa;
~ IV. Sentieri con alcuni tratti attrezzati (corde, catene, etc.), dove la conoscenza dell'alta montagna è indispensabile e l'esposizione potrebbe essere fatale;
~ V.  Sentieri con lunghi tratti dove l'utilizzo delle mani è indispensabile, su difficoltà che possono raggiungere il terzo grado di arrampicata. È possibile utilizzare ramponi o attrezzatura da montagna per affrontare tratti molto esposti.


Come si vede il tutto è molto di estrazione alpinistica: si torna a parlare di ore e non più di km, e si abbozza una valutazione delle difficoltà tecniche del percorso...il cerchio si chiude.