venerdì 21 ottobre 2016

Freedom

Freedom 

“Il conformismo è il carcere della libertà e il nemico della crescita.” 
John Fitzgerald Kennedy

So di essere fissato con la libertà. 
Mi sono stretti tutti i tipi di legami (nella mia vita ne ho scelti due, sono contento, ma sono sufficienti). In tutto quello che faccio, non voglio legare nessuna persona; persino la asd di cui sono presidente, non ha magliette di riconoscimento, stendardi, striscioni etc. Sono conscio che questo limita gli aderenti (l’uomo tra i suoi bisogni ha quello di appartenenza, è un bisogno innato, insito, istintivo) … ma io non riesco a ‘sfruttare’ questa opportunità per fare gruppo, iscritti, numeri. 
Io voglio essere libero da tutti questi legacci e circondarmi di persone altrettanto libere.

Ma cos’è la libertà? Quanti se lo chiedono davvero? (*)

La riflessione nasce da quanto mi è successo nelle ultime settimane di Settembre …

Io per primo sono schiavo del lavoro, degli impegni familiari, della burocrazia del vivere. Ma il tempo che mi rimane lo voglio come un foglio bianco dove scriverci la mia vita. Improvvisandola, stupendola, coinvolgendomi, emozionandola ed emozionandomi. Aperto al momento.

Un’ambito dove esprimere tutto questo è la corsa, il trail running.
Con mio terrore ed angoscia però sto trovando sempre meno amici e conoscenti liberi di andare, di correre e basta (vedi anche il mio articolo sul well-being).

No, non hanno mille impegni di lavoro, familiari, impegni burocratici dati dal vivere moderno (certamente anche), ma hanno mille impegni di sport. Beh, poco male, posso capire che per domani una persona si sia già programmata, e anche per il prossimo fine settimana. Comprensibile. 
“Come? Ah, tutto il mese hai già impegni di gare? No, scusa ho capito male: questo ed anche tutto il prossimo mese?!”. Ma cos’è un lavoro!?! Vuoi dirmi che un’uscita tra amici, un appuntamento particolare, coinvolgente e che difficilmente potrà ripetersi (magari per la presenza di persone che abitano lontano) … “non lo puoi programmare prima di tre mesi?!?”. 

Si, lo so che le gare importanti richiedono un’iscrizione anticipata di mesi … ma ogni domenica hai gare importanti, uniche? Sappiamo entrambi, invece, che ogni Domenica ci sono decine di proposte che si cannibalizzano i partecipanti! 

Ok, capisco, “ma per questa Domenica non puoi ‘fare uno strappo alle regola’? Ah, hai già pagato e ti spiace perdere i soldi dell’iscrizione”. Ok, quindi la tua libertà è stata quella di legarti, pianificarti, vincolarti per mesi?!

Ora comprendo anche perché se arriva un infortunio, od un impedimento vero, qualche atleta va fuori di testa. Forse stiamo vivendo anche la corsa, il trail running, lo sport (**) come un impegno. Posso capire l’agonista, il professionista. Ma tanti, non professionisti, lo stanno vivendo da professionisti, come un lavoro. Riappropriamoci del nostro tempo, della nostra libertà. Non è un dramma arrivare al Venerdì ed avere davanti il fine settimana ancora come un foglio bianco su cui scrivere. Potremo fare qualcosa di nuovo o lasciarci guidare dal cuore. Magari arriva proprio una telefonata (forse più realistico un messaggino WhatsApp) imprevista che ti apre un nuovo e fantastico scenario, e al più: “Chi non ama la solitudine non ama neppure la libertà, perché si è liberi unicamente quando si è soli.” 
Arthur Schopenauer

… e potresti essere proprio tu a proporre qualcosa di speciale liberando la tua immaginazione. Carpe diem. 


(*) Libertà: in latino i "liberi" sono i figli, e ancora oggi le liberalità sono i doni incondizionati. 

(**) Sport: dal latino deportare, composizione della parola de, che significa allontanamento, e portare, proprio del suo significato. Quindi deportare significa portarsi lontano, e questo portarsi lontano stava a significare uscire fuori porta dalle mura cittadine per svolgere attività fisiche.