giovedì 21 luglio 2011

CURRICULUM

Ho notato come le mie scelte cadano sempre su gare la cui unica caratteristica sia quella di 'piacermi': per i luoghi attraversati, per le peculiarità della gara, per la proposta 'etica' od 'eco', insomma per caratteristiche che colpiscono il mio immaginario e la mia interpretazione del Trail Running.
Non scelgo gare che 'bisogna' fare o che 'devono' andare sul Curriculum. Un Curriculum poi per chi, se non per se stessi, considerato che non mi trovo tra i Top Runners.
E quindi sono alieno al senso del 'bisogna' o del 'devo' fara una certa gara.
Spero che in me possa prevalere sempre il desiderio del 'piacere' per me stesso e non del 'dovere', non solo nello scegliere una gara a cui partecipare, ma anche nel portarla e termine.
Se mi troverò a dover scegliere una gara per 'dovere', vorrà dire che ho perso la semplicità, la spontaneità e la bellezza di questo sport. Ma soprattutto le motivazioni che mi spingono a coltivare e a dedicarmi a questo sport.
"La felicità sta nel gusto e non nelle cose; si è felici perché si ha ciò che ci piace, e non perché si ha ciò che gli altri trovano piacevole".
François de La Rochefoucauld

martedì 12 luglio 2011

MARATHON DLES DOLOMITES

Oggi andando da un cliente ho incontrato un anziano ciclista che arrancava in una salitella delle Colline di Maser (TV) indossando la maglia finisher dell'ultima Marathon dles Dolomites (gara ciclistica sui passi dolomitici).
Ho avuto un grande moto di simpatia e stima nei suoi confronti! -Ecco- mi sono detto -questo è uno sport dove la maglia finisher davvero ha un grande valore!
Il ciclismo non ti permette di camminare! Devi sempre pedalare. Certo, su qualche breve tratto ripidissimo puoi portare la bici a mano, ma se non ne hai per pedalare ... ti fermi! Non puoi portare a termine la gara spingendo la bici!
In questo è più limpido, è più 'sport' dell'attuale Trail Running.
Non puoi barare! O corri, o corri! Quanto forte non ha importanza (sempre che sia utile a tenere dritta la bici ;-)
Anche i percorsi sono 'ciclabili', non ci sono tratti su cui dover 'spingere' a mano la bici.
La stima per quel 'vecchietto' è proprio cresciuta nella consapevolezza che veramente ha corso la Marathon dles Dolomites ... non aveva alternative se non altrimenti quella del ritiro.
Nel Trail credo si è perso il senso positivo della rinuncia.
Il fine ha sostituito il come.
Non tutto a tutti è possibile ... ma l'aspetto economico scardina questi semplici concetti.

lunedì 11 luglio 2011

GARE

Riprendo il discorso di 'Riflessioni' (dal mio Sito) e dei post precedenti di questo Blog......
Premesso che è giusto che nelle proposte di gare trail ci sia spazio per tutti e tutto, io dico che dal mio punto di vista non tutte sono Gare, ma alcune possiamo definirle Trekking, Nordic Walking od altro. Cioè non sono Corse.
Corse, per il mio modo di intendere, sono le proposte dove almeno il 50% dei concorrenti corre/riesce a correre il 50% del tracciato.
Questo lo si ottiene con i cancelli orari ed il tempo massimo che devono essere 'tarati' a tale proposito e basati su di un concorrente 'medio'.
Se poi ci troviamo difronte a molti ritirati (o a molti fuori tempo massimo), partendo dal presupposto che il popolo trail è preparato a correre i tracciati, ritengo di conseguenza che non sia questione di allargare il tempo massimo (permettendo quindi di concludere la gara anche camminando) ma di modificare il tracciato in quanto evidentemente non corribile.
Questo già esclude quei tracciati dove regolarmente un corridore medio non riesce a correre più del 50% di quel tracciato, in questo caso già in partenza, si è presenti ad una gara che prevede la non corribilità del percorso!
Per me non ha senso vedere tempi massimi così elevati da permettere di camminare tutta una gara, non perchè i concorrenti non siano in grado di correre/correrla, ma perchè il tracciato non è corribile di per sè.