martedì 9 agosto 2011

5RaCeS EVOLVE

Non posso negare che sono stato molto colpito dagli eventi accaduti lo scorso Luglio a Oslo e le loro ‘motivazioni’. In me hanno creato un’onda lunga di riflessioni.
In quei giorni ero in preparazione e definizione del progetto 5RaCeS; scrivevo dell’importanza del ‘diverso’, dell’altro, del multiculturalismo, di come nella storia le società ‘chiuse’ si siano involute ed estinte.
E’ stata una coincidenza troppo forte perché mi lasciasse indifferente.
Così, com’era già un po’ nell’aria, questo mio progetto ha preso anche un’altra piega….

Tony Blear scrive: “In ogni nazione la fede assume oggi un significato determinante: conoscerlo conta quanto conoscerne il Pil […] Quando si parla di religione si parla di storia, cultura, tradizione, appartenenza, identità e significato. Di filosofia di vita di una regione […]  Il mio punto di vista è molto semplice. Ovunque voi guardiate, la religione assume un significato determinante. La fede motiva […] La consapevolezza religiosa è tanto importante quanto la consapevolezza di sesso o razza. Per i politici, gli uomini d’affari, o semplicemente per i cittadini interessati, conoscere la prospettiva di una confessione in un determinato Paese è parte essenziale della conoscenza del Paese stesso […]”.

Ed è così!
Nel preparare, nel prendere coscienza e conoscenza dei popoli e delle culture che a breve incontrerò, mi sono reso conto che la religione è un elemento imprescindibile di una cultura. Non si riesce a parlare di tradizioni, modi di vivere ed essere, o di cultura e di arte, se si evita la religione. Qualunque essa sia.
La religione (o se preferiamo più genericamente ed ampiamente possiamo parlare anche di credi e credenze, di fedi e superstizioni, di religione e filosofia) hanno fortemente inciso e pregnano tutte le culture e le società moderne. Anche se non ce ne accorgiamo più.
Chi meno o chi più, trova nel passato filosofico/religioso il suo essere oggi, e sta formando e determinando il domani.

Questo quindi sarà il nuovo indirizzo, il nuovo argomento che affronterà 5RaCeS.
Per me è un arricchimento ma soprattutto lo sento come un completamento inevitabile. Un ‘argomento’ imprescindibile e di cui da tempo sento l’interesse e la passione.
Come scrive il Dalai Lama : “(...) La pentola a pressione della globalizzazione può spingere l’umanità in un’altra direzione, portandola a un livello di confronto più approfondito, in cui popoli, culture e individui possono entrare in contatto attraverso gli aspetti condivisi della natura umana”.

Leggendo il suo ultimo libro (dove viene affrontato ed ampiamente analizzato il tema della possibilità e necessità di una società interreligiosa attraverso un pluralismo religioso, unico obiettivo utile a realizzare una pace duratura tra i popoli) emerge come sia un importante elemento il dialogo e la conoscenza reciproca delle fedi, ma anche del laicismo.
Egli scrive : “L’insegnamento che ne traggo è che la reciproca comprensione e l’armonia tra le diverse religioni del mondo costituisce una delle condizioni fondamentali per l’instaurazione di un’autentica era di armonia e pace mondiale.”
Tutto ciò non significa abbandonare la propria fede, il proprio credo, la propria religione : “Anzi, arricchisce enormemente la sua comprensione e la sua pratica. Permette infatti di cogliere i comuni denominatori con le altre religioni, e consente di affinare la conoscenza e la padronanza della propria fede, visto che mettendola a confronto con le altre ne evidenzia le caratteristiche specifiche e peculiari.”
“Ogni religione, in virtù di un lungo sviluppo storico che ha implicato le esperienze di moltissime generazioni, ha una sua propria bellezza, logica e unicità. Ma la cosa più importante è che tale diversità consente alle varie fedi di rendere servizio a un’infinità di esseri umani. Se esistesse invece un’unica religione storica, non solo il mondo ne risulterebbe impoverito - specialmente in rapporto alle risorse e all’immaginario spirituale-, ma tale religione non riuscirebbe a soddisfare le necessità di tutti gli esseri. Se considerata secondo tale prospettiva, la presenza di tante dottrine risulta essere tutt’altro che un problema imbarazzante, e diventa invece un gioiello della mente umana della sua lunga storia”.
Un gioiello che 5RaCeS ha l’ambizione di poter ‘toccare’, conoscere, divulgare.


“Non c’è cultura al mondo che possa sopravvivere isolata nella propria roccaforte” (Rabindranath Tagore 1930)

lunedì 8 agosto 2011

PERCHE'

Ieri ho portato mia moglie a fare il suo primo trail (Camignada poi 6 refuge, chiusa in poco più di 6 ore), ma per me è stato illuminante il dibattito/discussione che ne è sorto dopo.
A fronte dei miei complimenti, lei mi ha risposto che non sentiva di aver fatto una gara trail e non si sente per niente un trailer. Mi disse di non aver fatto nient'altro che un bellissimo giro escursionistico, in autosufficineza, e che avrebbe potuto farlo il week-end prima o il prossimo, al di fuori della gara.  Inoltre, non si sente un trailer in quanto non ha corso. Per lei un trailer è chi corre una gara, lei si sente un'escursionista, veloce, con un buon passo, ma pur sempre un escursionista.
Pur avendo, con queste sue argomentazioni, confermato le mie idee, mi ha fatto sorgere una domanda fondamentale: perchè io partecipo?
Ho sempre parlato di paesaggi, di divertimento, di emozioni ma ora correre o camminare è diventato un elemento fortemente discriminante per poter affermare di 'aver fatto una tale gare'!
Altrimenti non avrò fatto altro che un bel giro escursionistico, come ieri mia moglie. Semplicemente.
Ho ora apprezzato la posizione di mia moglie (che ieri ho fortemente discusso) e ho anche capito soprattutto perchè ieri non ha voluto assolutamente indossare il pettorale di gara!
"Chi indossa un pettorale di una gara di corsa ... corre!"
Illuminante!

PS. Aggiungo io, al di là del cronometro, che per me non è mai stato importante; non è importante quanto forte corro ma il gesto atletico in quanto tale. Per me resta ancora valido l'assioma: via il cronometro, per poter godere, vedere, fotografare, emozionare ... ma tra uno 'sguardo' e l'altro ... correre!


giovedì 21 luglio 2011

CURRICULUM

Ho notato come le mie scelte cadano sempre su gare la cui unica caratteristica sia quella di 'piacermi': per i luoghi attraversati, per le peculiarità della gara, per la proposta 'etica' od 'eco', insomma per caratteristiche che colpiscono il mio immaginario e la mia interpretazione del Trail Running.
Non scelgo gare che 'bisogna' fare o che 'devono' andare sul Curriculum. Un Curriculum poi per chi, se non per se stessi, considerato che non mi trovo tra i Top Runners.
E quindi sono alieno al senso del 'bisogna' o del 'devo' fara una certa gara.
Spero che in me possa prevalere sempre il desiderio del 'piacere' per me stesso e non del 'dovere', non solo nello scegliere una gara a cui partecipare, ma anche nel portarla e termine.
Se mi troverò a dover scegliere una gara per 'dovere', vorrà dire che ho perso la semplicità, la spontaneità e la bellezza di questo sport. Ma soprattutto le motivazioni che mi spingono a coltivare e a dedicarmi a questo sport.
"La felicità sta nel gusto e non nelle cose; si è felici perché si ha ciò che ci piace, e non perché si ha ciò che gli altri trovano piacevole".
François de La Rochefoucauld

martedì 12 luglio 2011

MARATHON DLES DOLOMITES

Oggi andando da un cliente ho incontrato un anziano ciclista che arrancava in una salitella delle Colline di Maser (TV) indossando la maglia finisher dell'ultima Marathon dles Dolomites (gara ciclistica sui passi dolomitici).
Ho avuto un grande moto di simpatia e stima nei suoi confronti! -Ecco- mi sono detto -questo è uno sport dove la maglia finisher davvero ha un grande valore!
Il ciclismo non ti permette di camminare! Devi sempre pedalare. Certo, su qualche breve tratto ripidissimo puoi portare la bici a mano, ma se non ne hai per pedalare ... ti fermi! Non puoi portare a termine la gara spingendo la bici!
In questo è più limpido, è più 'sport' dell'attuale Trail Running.
Non puoi barare! O corri, o corri! Quanto forte non ha importanza (sempre che sia utile a tenere dritta la bici ;-)
Anche i percorsi sono 'ciclabili', non ci sono tratti su cui dover 'spingere' a mano la bici.
La stima per quel 'vecchietto' è proprio cresciuta nella consapevolezza che veramente ha corso la Marathon dles Dolomites ... non aveva alternative se non altrimenti quella del ritiro.
Nel Trail credo si è perso il senso positivo della rinuncia.
Il fine ha sostituito il come.
Non tutto a tutti è possibile ... ma l'aspetto economico scardina questi semplici concetti.

lunedì 11 luglio 2011

GARE

Riprendo il discorso di 'Riflessioni' (dal mio Sito) e dei post precedenti di questo Blog......
Premesso che è giusto che nelle proposte di gare trail ci sia spazio per tutti e tutto, io dico che dal mio punto di vista non tutte sono Gare, ma alcune possiamo definirle Trekking, Nordic Walking od altro. Cioè non sono Corse.
Corse, per il mio modo di intendere, sono le proposte dove almeno il 50% dei concorrenti corre/riesce a correre il 50% del tracciato.
Questo lo si ottiene con i cancelli orari ed il tempo massimo che devono essere 'tarati' a tale proposito e basati su di un concorrente 'medio'.
Se poi ci troviamo difronte a molti ritirati (o a molti fuori tempo massimo), partendo dal presupposto che il popolo trail è preparato a correre i tracciati, ritengo di conseguenza che non sia questione di allargare il tempo massimo (permettendo quindi di concludere la gara anche camminando) ma di modificare il tracciato in quanto evidentemente non corribile.
Questo già esclude quei tracciati dove regolarmente un corridore medio non riesce a correre più del 50% di quel tracciato, in questo caso già in partenza, si è presenti ad una gara che prevede la non corribilità del percorso!
Per me non ha senso vedere tempi massimi così elevati da permettere di camminare tutta una gara, non perchè i concorrenti non siano in grado di correre/correrla, ma perchè il tracciato non è corribile di per sè.

venerdì 24 giugno 2011

DOPING ?

Continuo a scivere in questo mio piccolo diario, cose, appunti, pensieri.

In questo ultimo mese ho avuto modo di confrontarmi con vari atleti e non, sull'uso degli antidolorifici e degli antinfiammatori, prima, durante e dopo le gare di Trail.
E' vero che non sono citati tra i prodotti doppanti, ma io credo che la loro assunzione preventiva sia dannosa per il corpo, per l'anima e priva di utilità.
Posso comprendere l'uso saltuario e non metodico del farmaco, durante la gara, in caso di dolori non sopportabili, ma non il suo uso destinato semplicemente a terminare la gara.
Proveniendo dall'alpinismo, dall'arrampicata, la mia 'forma mentis' mi impone che: tornare indietro da una via in montagna è un'azione coraggiosa, saggia e rispettabile. Si sa che tale scelta, se adottata, presuppone che tutte le altre opzioni siano state vagliate e ritenute non percorribili. La montagna, la via, rimangono sempre lì, ma la nostra vita, il rispetto per noi e per chi è a casa, ci impongono scelte a volte diverse dell'andare avanti a tutti i costi.
Per questo credo che 'ritirarsi' in una gara non è un'onta, ma un'azione sicuramente saggia e da rispettare! Se per farlo devo assumere dei farmaci, beh, qualcosa non torna.
Credo che l'etica, il rispetto e la regolarità delle gare dovrebbe consigliarci il non uso sistematico di tali farmaci. Questo è il mio umile e modesto pensiero.
L'uso del farmaco post gara lo lascerei decidere al medico.

Lascio però come mio solito un quesito: se io sto portando a termine una gara, alzando la mia soglia del dolore, lavorando di testa sulla situazione, con difficoltà, ma con sana rassegnazione (mal che se voe no doe) e procedo lentamente verso l'arrivo; mi vedo superare con baldanza da un atleta che so per certo, avendolo visto, che è sostenuto da antidolorifici ed antinfiammatori, ... se il dopping altera le prestazioni in gara, questo non è dopping?

venerdì 6 maggio 2011

TRAIL O TREKKING ?

Scrivendo, ma ancor più leggendo, le precedenti righe, ho fatto una riflessione che mi è sorta naturalmente : una gara trail dove più del 50% dei concorrenti cammina più del 50% del percorso, è ancora una gara di corsa trail od è un trekkimg 'gestito' ?

Progetto 5RaCeS


Di questo progetto ne sto parlando ampiamente sul mio sito (www.lorensodoris.com), dove presento il Primo Appuntamento....
Ma nel progetto si sta già delineando il Secondo Appuntamento. E’ appena accennato ma lentamente, giorno per giorno, si stà concretizzando. Anch’esso nel Febbraio 2012. Si tratta della Susitna in Alaska, dove andrei ad incontrare gli Alutiiq-Yupik.
Un atleta Italiano che l'ha tentata l'anno scorso è il 'colpevole' nell'avere avviato anticipatamente questo Secondo Appuntamento.
Tralasciando gli aspetti tecnici  (temperature -40°, logistica, etc.) vorrei soffermarmi su alcuni aspetti ‘teorici’ di questa scelta.

Sono stato per giorni a pensare se scegliere di partecipare alla Susitna 100 Miglia (160Km) o alla Susitna 50Km.
La mia scelta sta cadendo sulla seconda, ma vorrei spiegare il perché .... facendo un passo indietro.
Originariamente mi sono avvicinato allo Sky Running e poi al Trail Running provenendo dall’Escursionismo, dal Trekking, dall’Alpinismo. Mi sono un po’ allontananto poi dallo Sky per una presenza troppo forte della componente agonistica, che nel Trail viene meno. Così mi sono avvicinato maggiormente al Trail Running, sino a sfociare all’Adventure Running.
Quello che per me diversifica la mia attuale attività di Trailer o meglio di Runner, rispetto alla mia precedente attività è appunto la presenza della Corsa, del correre.
Per motivi che ho spiegato sempre sul mio sito, correre una Ultra 100 Km prevede una ‘scelta di vita’ che purtroppo oggi non posso abbracciare.
Sottolineo: per correre una Ultra 100 Km, camminarla non è un problema. Questo è dovuto per le mie caratteristiche fisiche, il mio 'stile di vita' e la possibilità limitata di allenarmi regolarmente.
Riesco però a prepararmi per correre gare sotto i 100 Km.
Detto ciò, il progetto 5RaCeS, nasce per avere il tempo di conoscere le popolazioni locali, correndo una gara organizzata nei  loro territori.
Il progetto nasce non per fare dei trekking, in questo caso non cercherei gare/viaggi organizzati, ma per fare delle gare di corsa, per correre! E per poterlo fare, dopo quanto detto, necessito di stare quindi su distanze di Ultra Maratona.
Ecco perché, con mia grande lotta interna, la scelta cade sulla Susitna 50Km.

martedì 26 aprile 2011

SI PARTE

Mai avrei pensato di partire con un Blog.
Poi un giorno, durante una conversazione con un Responsabile della Comunicazione/Marketing di un'importante azienda, si parlava di come spesso si apre un Blog per scoprire che non si ha niente da dire, che non si ha nulla da comunicare. Questa affermazione mi ha colpito, ed è rimasta a girarmi per la testa per giorni: ma com'è possibile che non si ha nulla da comunicare ... ?!
Così eccomi qua!
E devo dire che un po' questa pagina bianca per un attimo mi ha fatto paura.
Spesso mi trovo davanti ad un foglio di carta bianca su cui 'devo' scrivere. Appunto, 'devo' fare un articolo per una rivista, 'devo' scrivere la mia ultima avventura per il sito, 'devo' ....
Ma ora non ... devo ... e per un attimo non sapevo da dove cominciare.

Bene, utilizzerò questo spazio per parlare di un mio progetto, di cui i miei amici sono stanchi di sentirne parlare ... "parli solo di quello" : 5RaCeS.
Forse scaricando su queste pagine bianche tutte le informazioni ed i vari progressi, stresserò meno loro, libererò la mia testa e le mie tensioni e ... comunicherò qualcosa!

Sarà un incontro salturario, flessibile, sporadico, a cui (per ora) non voglio dedicare molto tempo. Sarà un mio Diario dove di volta in volta scriverò degli Appunti. Poi, poi si vedrà .....