sabato 10 settembre 2016

Trail Running come riscatto

TRAIL RUNNING COME RISCATTO 

A volte leggo articoli su forum, blog, riviste che mi portano lontano dal trail running, da questa attività sportiva che mi appassiona, che mi dona ed ha donato molto.
Tra le tante pieghe interpretative di questo sport, alcune mi sono care e tra queste, una in particolare, spero possa suscitare anche a voi interesse e condivisione.

Viviamo spesso più momenti della nostra giornata una vita di qualcun altro. Volenti o nolenti, non sempre facciamo quello che il nostro io vorrebbe fare, vorrebbe esprimere. A volte si rischia di esporsi troppo, di sembrare 'ridicoli', nascono paure. 
Spesso ci troviamo a fare del nostro meglio per essere chi vuole altri, per tenersi stretti un 'buon lavoro', per il 'quieto vivere', per mantenere precarie paci relazionali, per non creare dolore ad altri. 
Nessuno anela essere una 'pecora nera' e tutto diviene una faticosa strada in salita! 
Rompere lo 'stampo' al quale ci siamo uniformati e sul quale molti nutrono delle aspettative, le loro aspettative, ci vuole coraggio! 
Non dico che tutto ciò sia sbagliato...

...ma quando mi sento un caso senza speranza mi metto un paio di scarpe e vado a correre per i boschi, per crinali, per montagne. Il mio riscatto personale. 

Nel trail running, sono convinto, ritroviamo il nostro coraggio, abbandoniamo le paure, quasi godiamo del dolore e della fatica di una strada in salita! 
Ti senti libero, ti senti te stesso, puoi esprimerti! Puoi 'svestirti', puoi provare, puoi cantare, essere 'diverso', puoi ridere di questo .... sei fuori da qualsiasi condizionamento.

Lo credevo.
Quello che vedo ora è che si sta portando in questo sport (diverso dagli altri sport!) gli schemi della 'vita sociale', trasferendo le nostre 'sofferenze sociali' su altri come noi. Non cercando il nostro positivo riscatto, ma bloccando quello degli altri.

Si giudica attraverso gli occhi delle nostri 'fedi'. Senza aver provato a correre con le scarpe dell'altro. Vorremmo tutte persone conformate a noi. Le persone cambiano quando sono pronte e lo desiderano. Inutile obbligarle. Piuttosto, con il nostro esempio positivo potremmo essere dei 'messaggeri'. Ma sempre se chi ci vede 'diversi' non ci giudica subito negativamente! È tutto diventa un circolo vizioso e non virtuoso.

Ecco, lasciatemi quindi correre tra i boschi come sento che è espressione di me stesso, e lasciatemi vivere il trail running come avrei voluto fosse la mia vita (carnivora o vegetariana, minimalista o con i tacchi, frenetica o rilassata, estroversa od intima, ....). Il trail running è espressione di se stessi e di forti emozioni, è libertà.
Libertà di cui sento ne è ancora ...fortemente e fortunatamente ... intriso! 
È il mio momento di riscatto.


Se poi come dicono, l'uomo è una creatura profondamente malleabile e flessibile, dove l'ambiente in cui si trova ha un enorme effetto su di lui, influenzandolo enormemente se ci sta il tempo sufficiente. Beh, se è quindi vero che siamo destinati ad essere un prodotto del nostro ambiente, se l'ambiente del trail running è ancora un ambiente come sopra descritto, lo vedremo tra un po' riflesso su di noi ....

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